L’uso della medicina rigenerativa è divenuta ormai una consolidata realtà terapeutica per la cura di molte patologie anche in medicina veterinaria. Il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) viene utilizzato per favorire la guarigione tessutale. Inizialmente scoperto ed utilizzato nella dentistica per favorire il consolidamento osseo degli impianti dentali, è stato poi sperimentato con risultati molto incoraggianti anche in campo ortopedico sia umano che veterinario in molte patologie ed in particolar modo nelle osteoartrosi, nelle condropatie, nelle lesioni tendine, muscolari e legamentose.
Ma che cosa è il PRP e come agisce questa terapia nel cane e nel gatto.
Le piastine sono cellule che circolano nel sangue e si occupano della coagulazione e dei fenomeni di cicatrizzazione. Esse contengono due tipi di sostanze:
- la prima deputata ad aumentare la permeabilità dei vasi sanguigni per favorire la formazione del coagulo;
- la seconda libera i cosiddetti fattori di crescita che stimolano il movimento di altre cellule verso la zona lesionata e favoriscono la cicatrizzazione del tessuto leso.
In particolare poi alcuni di questi specifici fattori di crescita sono stati ritrovati, in un recente studio di medicina umana, nelle sostanze che contrastano i fenomeni degenerativi della osteoartrosi.
Viste perciò tutte queste ottime prerogative, presso la Clinica Veterinaria Route 62 dal 2012 si è iniziata una terapia ad ampio raggio in campo della ortopedia, della chirurgia generale, della otalmologia, della odontostomologia, al fine di verificare se effettivamente fosse possibile sfruttare i benefici della terapia con il PRP.
Quali sono i campi di applicazione della terapia con PRP.
La maggior parte dei casi clinici affrontati dalla Clinica Veterinaria Route 62 riguarda le problematiche ortopediche con particolare riferimento alle:
- osteocondriti (OC ) e osteocondriti dissecanti (OCD) della spalla, del ginocchio, del gomito, del tarso e dell’articolazione temporo-mandibolare;
- le tendinopatie;
- le lesioni legamento della spalla, del gomito e del ginocchio;
- le spondilosi deformanti della colonna vertebrale.
Altri campi di applicazione sono rappresentate in oftalmologia della terapia delle ulcere corneali e nella cicatrizzazione delle lesioni cutanee particolarmente estese.
Come si utilizza la terapia con PRP
In caso di lesioni cartilaginee o legamentose la preparazione viene iniettata all’interno dell’articolazione con l’ausilio dell’ “arco a C” (Fig. 1), che ci consente una precisa introduzione nel punto richiesto.
Nelle lesioni tendine l’applicazione si effettua con iniezioni ecoguidate in prossimità della lesione (Fig. 2 e 3)
Nelle ulcere corneali viene creato un disco gelificato che sarà poi applicato sopra la cornea e fermato con una speciale sutura. La preparazione ci consente inoltre di creare una collirio a base di PRP che sarà utilizzato giornalmente.
Come si prepara il PRP
Normalmente, nel torrente circolatorio di un cane, sono presenti un numero di piantine variabili da 200.000 a 500.000 per ogni millilitro, quindi un adeguato prelievo di sangue dal paziente variabile dai 20 ai 70 ml consente al laboratorio una preparazione ottimale di campione. Lo scopo è quello di ottenere la più alta concentrazione di piastrine e di fattori di crescita, scartando i globuli bianchi e quelli rossi.
La altissima qualità del PRP da noi utilizzato è data dalla grande perizia ed esperienza del laboratorio scelto dalla Clinica Route 62.
Quanto tempo occorre per la preparazione del PRP
Normalmente l’operazione di preparazione del PRP richiede 2 ore, trascorse le quali il paziente potrà essere trattato secondo il protocollo prescelto. Le dosi di prodotto in eccedenza vengono conservate a temperatura di -20°C presso la clinica per poi ripetere il trattamento in tempi successivi. La durata del prodotto congelato varia dai 45 ai 60 giorni, senza perdere alcuna caratteristica.
Esistono delle controindicazioni all’uso del PRP
Un soggetto in buone condizioni di salute è il paziente idoneo e comunque è buona norma prima di pianificare un intervento con il PRP uno screening ematologico ed enzimatico di base. Inoltre, il soggetto da trattare, non deve essere trattato con farmaci antinfiammatori da almeno 10 giorni, in quanto questi ultimi vanno ad inficiare la qualità del PRP.
Non vi sono inoltre controindicazioni legate all’età.
Quali sono gli effetti collaterali del PRP
Normalmente non esistono effetti collaterali ma in alcuni casi il paziente manifesta un leggero fastidio nel punto di inoculo nelle successive 24-72 ore. In questi casi si suggerisce di applicare ghiaccio nella zona e nei casi più dolorosi il ricorso ad un farmaco antidolorifico non appartenente ai FANS o FAS come il Tramadolo per 2 o 3 giorni.